La storia di un chirurgo Newyorkese che dopo essere stato colpito da un fulmine, compose centinaia di melodie e opere per pianoforte
La vicenda ha dell’incredibile ed è riportata nel libro: “Musicofilia” di Oliver Sacks, neurologo e psichiatra di fama mondiale. Il racconto qui di seguito venne riportato dal diretto interessato: un chirurgo di New York, Tony Cicoria che fu per qualche tempo
paziente del dottor Sacks.
Tony Cicoria nel 1994 era uno stimato chirurgo e svolgeva la sua vita tranquillamente, senza particolari imprevisti. Un giorno si trovava nei pressi di un lago per una riunione di famiglia, era una giornata soleggiata ma lui si accorse che stavano arrivando delle nubi temporalesche in lontananza.
Ricordandosi di dover chiamare sua madre si avviò verso una cabina telefonica, in quegli anni non c’ erano ancora i cellulari.
Mentre parlava, il temporale si avvicinò e poteva sentire chiaramente il rombo dei tuoni sempre più imminenti.
Finita la conversazione Tony stava per poggiare la cornetta quando all’improvviso un fulmine colpì la cabina e lui venne scaraventato all’indietro dalla forza della scossa elettrica.
In seguito il chirurgo racconterà di aver visto una luce colpirlo in pieno volto e una volta a terra, vedersi volare in alto distaccandosi dal corpo. Vide la signora che era dietro di lui in attesa di telefonare, praticargli degli interventi di rianimazione, in questa sua forma “aurea” non poteva reagire in alcun modo e la signora non sentiva la sua voce che la chiamava.
Si diresse allora a cercare i suoi figli e una volta trovati, guardandoli da lontano ebbe la sensazione che sarebbero stati bene, poi improvvisamente fu avvolto da una luce bianco-azzurra e da un profondo senso di pace.
Fù allora che vide scorrere tutti i momenti più significativi della sua vita: dai migliori ai peggiori, come in un film.
Non ebbe tempo di capire cosa stesse succedendo che venne attirato verso l’alto e poi, come in un sogno, si svegliò di soprassalto all’interno del suo corpo.
Una volta arrivati i primi soccorsi Cicoria si rifiutò di andare in ospedale e dopo esser stato accompagnato a casa chiamò il suo medico, un cardiologo che dopo averlo sottoposto a svariati test gli comunicò che a parte le evidenti bruciature al volto e al piede sinistro, quindi le due estremità da cui era entrato ed uscito il fulmine, non vi era nulla di danneggiato o compromesso.
In seguito Tony consultò vari specialisti che non fecero che confermare la diagnosi del suo amico.
Le settimane passavano e tutto sembrava fosse tornato alla normalità se non fosse per qualche problema alla memoria.
Dimenticava infatti i nomi di alcune persone importanti, oppure nomi di malattie gravi o procedure operatorie, il tutto però sembrava pian piano ripristinarsi e col tempo stava riacquisendo quelle informazioni che all’inizio sembravano scomparse o comunque danneggiate.
È fu proprio quando la routine lo stava riportando alla normalità che successe qualcosa che cambiò radicalmente la sua esistenza.
Tony raccontò al dottor Sacks che sentì improvvisamente un irrefrenabile desiderio di suonare e ascoltare musica per pianoforte. Era una cosa davvero senza precedenti.
Da piccolo aveva preso qualche lezione di piano, ma quell’esperienza non lo segnò minimamente e al contrario smise subito dopo perché non ne era affatto affascinato
Tra l’altro adesso, da adulto, ascoltava solo musica rock.
Ma il desiderio era irrefrenabile e cominciò ad acquistare svariati dischi. Si innamorò in modo particolare di un'incisione di Vladimir Aškenazi, Chopin Favorites: la Polacca «Militare», lo Studio «Vento d'inverno», lo Studio «Sui tasti neri», la Polacca in la
bemolle e lo Scherzo in si bemolle minore e procurandosi tutti gli spartiti decise di studiarli per eseguirli.
Dopo essersi procurato un piccolo pianoforte verticale iniziò a suonare giorno e notte. Continuò il suo abituale lavoro di chirurgo ma questo adesso costituiva soltanto una parentesi che lo distoglieva dal fermento creativo che lo possedeva tutto il giorno. Decise in seguito di prendere delle lezioni perché non avendo mai studiato seriamente non riusciva a raggiungere il livello esecutivo e compositivo che desiderava.
Una notte fece un sogno.
Tony sognò di essere su un palco in smoking e di suonare della musica, ma stavolta questa era del tutto originale e composta da lui. Svegliandosi stupito si accorse che quella musica era ancora lì nella sua testa; allora si alzò e si apprestò a trascrivere tutto quello che “sentiva”.
Al tempo in cui fece quel sogno era ancora agli inizi del suo percorso di studi, e non riuscì a mettere perfettamente su carta la melodia che lo venne a trovare, ma col tempo riuscì a scrivere fedelmente ogni nota delle composizioni che gli si “materializzavano” nella testa.
Si perché quello non fu un evento sporadico ma un nuovo inizio nella vita del chirurgo.
Anche contro la sua volontà quella che lui definì “la musica venuta dal cielo” gli si dettava e lui non doveva far altro che trascriverla ed eseguirla.
Questo sconvolgimento nella vita del giovane medico portò da un lato una nuova energia e nuovo fervore, ma dall’altro creò problemi a lui e alla sua famiglia.
Si alzava nel cuore della notte per comporre e solo dopo molte ore al piano tornava a letto oppure smetteva solo per andare a lavoro. Non passava più tempo con la famiglia e gli amici, sembrava completamente preso dalla sua musa ispiratrice. Arrivò anche a pensare che era stato salvato per un motivo: asservirsi a quelle melodie, fare da catalizzatore per qualcosa di esterno”.
Quando il dottor Sacks gli chiese se avesse subito altri cambiamenti importanti dopo l’incidente, Tony riferì che sentiva una grande spinta spirituale e si era appassionato a tutta la letteratura che trattava quel tipo di argomento e a quella che parlava di persone che avevano vissuto un’esperienza simile alla sua.
Passarono degli anni e Cicoria non perse mai la sua ispirazione musicale.
Molte cose erano cambiate nella sua vita però, sua moglie stanca di essere trascurata decise di lasciarlo e qualche tempo dopo Tony affrontò un altro grave incidente in moto che quasi gli costò la vita.
Ma la sua musa continuò imperterrita non abbandonandolo mai più, continuando a dettargli sconosciute melodie fino alla fine dei suoi giorni.
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Bibliografia:
Oliver Sacks,"Musicofilia: Racconti sulla musica e il cervello" Adelphi edizioni 2007
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Stella Spagnolo (sabato, 04 maggio 2024 02:38)
Non so se questa storia sia vera ma mentre leggo mi sembra di rileggermi in queste parole perché con la musica sto vivendo la stessa esperienza ❤️