Lettera del presidente Rolando Proietti Mancini sullo stato di salute della Musicoterapia in Italia oggi
Accogliamo con interesse la nascita del sito in un momento delicato per lo sviluppo della musicoterapia ed in particolare per il suo riconoscimento ed inserimento nel sistema sanitario nazionale.
Desidero con l'occasione sottoporre alla attenzione dei lettori che auspico sempre piu' numerosi il problema relativo alla figura professionale del Musicoterapista non ancora riconosciuta in Italia (diversamente dal resto d’Europa) ma comunque presente sul territorio nazionale e ampiamente diffusa in strutture sanitarie pubbliche e private.
Al fine di raccogliere documentazione, raccordare tra loro i professionisti attivi sul territorio nazionale e promuovere contatti con le Istituzioni, con lo scopo ultimo di ottenere il riconoscimento della figura professionale del Musicoterapista, è nato alcuni anni fa il Coordinamento per il riconoscimento e la difesa della professione del Musicoterapista ( noto come Musicoterapia Democratica).
Il nucleo dei soci fondatori era costituito da musicoterapisti attivi a tempo pieno presso strutture pubbliche e private, presenti nei settori sanitari, socio-assistenziali ed educativi. Il
coordinamento è stato per tanti anni un comitato di proposta che ora cede il passo ad una vera e propria Associazione Professionale denominata Consiglio Unitario dei Musicoterapisti
Italiani per la Professione Sociosanitaria Cum-Sanità.
Chiediamo una informazione finalizzata alla divulgazione dell’opportunità di un percorso di riconoscimento del nuovo profilo professionale che potrebbe essere configurato nel ruolo socio sanitario, applicando una normativa già presente, utilizzata ad esempio per l’istituzione della figura dell’Operatore Socio Sanitario. In realtà il musicoterapista opera di fatto già in ambito sanitario svolgendo un’attività professionale analoga a quella di altre figure già previste quali l'educatore professionale, il terapista occupazionale, il logopedista, il tecnico della riabilitazione psichiatrica, il tecnico della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, ecc...
In diversi settori sociali e nell’ambito di diverse fasce d’età si assiste ad evidenti fenomeni di difficoltà e disagio, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione, il controllo e l’espressione delle emozioni; ciò ci porta ad auspicare che nel campo dell’intervento sociale e sanitario venga implementata una figura professionale specializzata nella comunicazione non verbale, espressiva e sonora: il Musicoterapista clinico..
In ambito educativo, riabilitativo e terapeutico gli operatori vivono il progresso delle tecniche e delle metodologie e gradualmente nuove discipline vengono proposte ed utilizzate negli ambulatori, nelle case famiglia, nei centri diurni, nelle cooperative, nei centri di riabilitazione, nelle residenze assistite.
Nel tempo abbiamo visto susseguirsi operatori di fisioterapia, psicomotricità, terapia occupazionale, tecnici della riabilitazione psichiatrica e psicosociale, etc. con tecniche che hanno concretamente rispecchiato il continuo procedere della ricerca scientifica e l’hanno rappresentata nelle realtà operative.
Prendiamo ad esempio la musicoterapia; i dati Cnel del 2003 riportavano un censimento di 12 associazioni per un totale di 865 iscritti ed una proiezione di 5000 unità operative a livello nazionale, probabilmente lievitato con gli anni.
I musicoterapisti sono specializzati in una disciplina emergente molto diffusa a livello internazionale e naturalmente non regolamentata come tutte le nuove tecniche. Essi intervengono in molteplici situazioni e la loro utilizzazione avviene in modo originale attraverso le più atipiche forme contrattuali.
Nel percorso educativo e riabilitativo è possibile intervenire attraverso la musicoterapia con pazienti privi di parola, con potenzialità esclusive in ambito non verbale, con gravi problematiche di ordine psicologico e relazionale. A tali pazienti non possiamo offrire solo il tradizionale lettino terapeutico o il classico tavolo di lavoro, essendo spesso persone non collaboranti, a volte aggressive ed autolesioniste; è necessario invece intervenire con tecniche appropriate, finalizzate ad innescare essenziali dialoghi comunicativi non verbali.
La musicoterapia è infatti una modalità d’approccio sensoriale che utilizza l’elemento sonoro con finalità terapeutiche e preventive per intervenire su un certo numero di disagi fisici, psicologici e psicopatologici.
In questo particolare ambito, l’obiettivo terapeutico deve essere distinto da un risultato propriamente musicale. Un percorso attraverso il quale si accudisce un individuo o un contesto collettivo, attraverso la stimolazione delle sue capacità creative, per trovare nuove sintesi dei suoi modelli interpretativi del mondo, non può non essere considerato anche “terapeutico”.
Ma questo termine non ha necessariamente in questo caso un’accezione solo “clinica”; vuole semplicemente sottolineare quanto il benessere del soggetto passi anche per un’armonizzazione delle sue maniere di comunicare con il mondo esterno e di autopercepirsi non solo secondo codici verbali, ma anche corporei. In oltre trent’anni sono entrate a far parte dei servizi sociosanitari, collateralmente a quanto accaduto in tutta la comunità europea ed internazionale, alcune di queste nuove attività riabilitative di ricerca, in primis la musicoterapia.
Ciò è stato frutto dell’intuizione (che ha anticipato spesso la ricerca ufficiale) e del protagonismo positivo di imprenditori sociali, laici e religiosi, sensibili allo sviluppo dell’educazione, della riabilitazione e della terapia.
Condividi
Scrivi commento